Il mercante di Venezia. Elsinor produzione
Un regista molto giovane e una lettura “moderna” del dramma di Shakespeare.
Al teatro Sala Fontana (incredibile quanti teatri ci siano a Milano un po’ diversi dai soliti noti) va in scena, con un formato dove anche la musica, l’ironia e la satira trovano spazio, l’opera del drammaturgo inglese.
Forse un po’ allungata nei tempi, ma l’opera è ben congegnata e ricalca quasi fedelmente la storia architettata da Shakespeare, scritta in pieno fermento creativo e, prova ne è, che le trovate e la creatività anche nella scena finale sorprendono sempre, anche chi ben conosce la storia.
Siamo alla fine del 16° secolo, e a leggerlo bene, questo dramma dove si contrappongono le religioni, le classi sociali, il commercio, gli ideali e i valori è ancora attuale e presente. Non a caso l’ambientazione di questa messa in scena è vicina ai tempi nostri, dove decadenza e perdita dei valori sono una costante a volte apparentemente inesorabile.
La scuola di provenienza di buona parte degli attori è il Piccolo Teatro e la qualità si vede, soprattutto in Irene Serini, nel ruolo di una Porzia assai vivace.
Le repliche finiscono oggi, ma penso ci sarà modo di rivederlo, magari la prossima stagione.